Sequestrati
15 quintali di pesce ormai morto. Il comandante della polizia provinciale:
"Servono strumenti giuridici più adeguati"
Il pescato sequestrato |
25.01.2015 Bondeno (Fe) - Scoperto
e sanzionato un pescatore di mestiere rodigino residente a Canaro, affiancato
da altri due giovani rumeni con la sola carta d’identità del loro paese.
Complessivamente sono state elevate sanzioni per 3.160 euro, sequestrati 15 quintali
di pesce, 150 metri di reti tipo tramaglio ed una barca in vetroresina di oltre
3 metri di lunghezza. Purtroppo le carpe, nella stragrande maggioranza, a causa
della vergognosa modalità di trasporto ovvero buttate dentro dei sacchi di
iuta, erano già morte. Si trattava di pesci di grosse dimensioni che solo in
minima parte sono risultati ancora vivi e prontamente immessi nel corso
d’acqua.
L’episodio è avvenuto nel
canale Pilastresi, in Comune di Bondeno. Una pattuglia con auto “civetta”
dell’Associazione Europea Operatori Polizia (Aeop) coordinata dalla Polizia
Provinciale ha visto il furgone bianco con targa rumena poco distante dal corso
d’acqua e, senza farsi notare, ha poi potuto osservare che nel fiume, a bordo
dell’imbarcazione, c’erano dei pescatori intenti a recuperare del pesce rimasto
intrappolato nelle reti. L’operazione è cominciata verso la mezzanotte di
venerdì 23 e si è conclusa verso mezzogiorno del giorno seguente. Da
sottolineare come alla decina di sacchi ritrovati sul furgone del pescatore di
mestiere rodigino, solo alle prime luce dell’alba siano stati rinvenuti altri
sacchi, sempre contenenti carpe, nascosti lungo la sponda del canale. Per il
recupero del pesce morto e per la rimozione della barca sono intervenuti i
vigili del fuoco volontari di Bondeno, senza i quali non sarebbe stato
possibile concludere con successo l’attività di recupero del natante.
“Ancora una volta
ringrazio volontari, colleghi e vigili del fuoco per l’impegno profuso nel
contrasto alla devastante piaga del bracconaggio – dice amareggiato il
comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli –, penso sia
improcrastinabile un intervento normativo della regione che offra strumenti
giuridici più adeguati per contrastare questo ripetuto saccheggio del nostro
prezioso patrimonio ittico”.
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