lunedì 29 aprile 2013

AMBIENTE

Criminalità ambientale: sacche per la dialisi all'interno del Sic 'Gessi di Lentella'
Rientrano nella categoria di rifiuti speciali pericolosi

LENTELLA 23/04/2013 – Uno scempio in pieno Sito d’Interesse Comunitario (Sic) ‘Gessi di Lentella’: una discarica a cielo aperto in località ‘Coccetta’, a ridosso della confluenza del fiume Treste con il Trigno. A scoprirla un cercatore di asparagi. Il posto dista solo qualche centinaio di metri in linea d'aria dall'altra discarica abusiva sulla sponda cupellese del Treste.
A differenza della maggior parte degli abbandoni abusivi di rifiuti sul ciglio delle strade interne, questa volta il cumulo è celato dalla vegetazione. Dalla stradina in terra battuta che porta al Treste si nota appena la silhouette di un passeggino.
Una volta entrati nella radura tra gli alberi si può notare lo spettacolo sconfortante. I rifiuti sono di vario genere e incredibilmente vi si trovano anche numerose sacche per la dialisi (o per catetere). Alcune sono nuove, altre sono usate e piene di sangue. Tali sacche rientrano nella categoria dei rifiuti speciali pericolosi e richiedono un particolare processo di smaltimento. Per questo chi è costretto a farne uso ha a disposizione il ritiro a domicilio. Il sito, che è posto sotto particolare tutela, richiede ora un’immediata bonifica.
Purtroppo tutta l’area negli ultimi tempi ha conosciuto una vera e propria proliferazione di discariche abusive. Proseguendo verso il Treste, infatti, si incontrano frigoriferi, poltrone, gomme di trattore, diverse macchinine elettriche per bambini e vecchie porte in legno. Il tutto circondato dalla rigogliosa vegetazione primaverile.
Non esiste una giustificazione per tale scempio. Ogni genere di rifiuto immortalato ha la sua differenzazione. Gli ‘ingombranti’ hanno il loro ritiro a domicilio, per le sacche della dialisi c’è il servizio della Asl.
Appena ieri si è festeggiata la Giornata della Terra, ma una civiltà rispettosa dell’ambiente in cui vive sembra ancora molto lontana.
L’unica speranza è nelle nuove generazioni, sensibilizzate dall’età scolastica. È necessario però iniziare a sanzionare e chiamare i responsabili di questi atti secondo la giusta qualifica: criminali.
Antonino Dolce

Nessun commento:

Posta un commento