martedì 30 aprile 2013

INQUINAMENTO IDRICO.........

RIFIUTI: PERUGIA, DENUNCIATO UN ALLEVATORE AGRICOLO PER INQUINAMENTO IDRICO E DANNEGGIAMENTO DI ACQUE PUBBLICHE
Sequestrati i laghetti aziendali di un allevamento di suini
CfS - Comando Provinciale di Perugia

Perugia, 26 aprile 2013 - Sigilli ai laghetti aziendali di un allevamento suinicolo nel Comune di Montefalco.  Sequestrate dalla Forestale anche una pompa elettrica ad immersione e alcune condotte utilizzate per smaltire illecitamente i reflui zootecnici, per una superficie complessiva di circa quattro ettari.
L'operazione, condotta dal personale di Campello, nasce dalla segnalazione di privati cittadini relativa all' inquinamento delle acque del torrente Teverone nel Comune di Bevagna.
Grazie ai controlli effettuati dal personale della Forestale è stato possibile individuare la fonte inquinante, ovvero all'allevamento suinicolo sito in loc. Polzella di Montefalco, dopo aver ripercorso e verificato l'intero reticolo idrografico ricadente nei Comuni di Trevi e Montefalco, a monte del Comune di Bevagna. Dal sopralluogo è emerso che il liquame zootecnico contenuto in uno dei laghetti aziendali a servizio dell'allevamento, ed impiegato per lo stoccaggio temporaneo e per la maturazione dei liquami prima del loro impiego in agricoltura, veniva disperso illecitamente con l'utilizzo di una pompa elettrica e condotto, sui terreni agricoli incolti limitrofi ai laghetti, effettuando quindi un'operazione che non rientra nelle normali pratiche agricole previste anche dal Codice di Buona pratica Agricola.
Dal terreno incolto i reflui confluivano al vicino fosso demaniale denominato "Fosso della Forma", immettendosi, di fatto, nel reticolo idrografico della zona. L'imprenditore responsabile dell'azienda di allevamento suinicolo, un quarantenne della zona, è stato quindi denunciato all'Autorità Giudiziaria per smaltito illecito di rifiuti liquidi sul suolo e nelle acque superficiali.  Le pene previste, per tale reato, sono l'arresto fino a un anno o un'ammenda fino a ventiseimila euro.
L'imprenditore, infatti,  contravvenendo a quanto disposto dalla normativa di settore, anziché svuotare il laghetto aziendale rispettando la normativa vigente, si liberava dei liquami ivi contenuti disperdendoli in modo incontrollato sul terreno e nelle acque superficiali, determinando, di fatto, un grave inquinamento dei corsi d'acqua della zona. Contestato all'allevatore anche  il danneggiamento aggravato di acque pubbliche e il getto pericoloso di cose.

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