lunedì 17 dicembre 2012

VIGILANZA ITTICA



PESCATORII DI  FRODO, ASSALTO AI FIUMI.
Razzie nel Po e nell’Adda. Tre romeni bloccati a Castelnuovo

Negli ultimi mesi decine di stranieri multati dalla Polizia provinciale.«A rischio le specie pregiate»

Castelnuovo Bocca d'Adda - Pescatori di frodo all’assalto dei fiumi. Sono ormai decine i “bracconieri del pesce”, soprattutto stranieri, sorpresi negli ultimi mesi sulle rive di Po e Adda e multati dalla Polizia provinciale. L’ultimo episodio a Castelnuovo, in località Ballottino, dove le guardie volontarie nei giorni scorsi hanno bloccato tre romeni che pescavano carpe con strumenti illeciti e in un periodo non consentito. Stavano tirando a riva il pesce con il guadino, una specie di retino, e soprattutto in un periodo (il divieto è in vigore tra il 15 aprile e il 15 giugno) in cui non è permesso catturare le carpe in quanto sono in fase di riproduzione.
I pescatori, inoltre, erano facilitati nella loro operazione dalla piena del Po.
Ad ognuno dei tre, sono state elevate sanzioni amministrative molto salate: rispettivamente di 102, 153 e di 205 euro oltre al sequestro del guadino. Il pesce è stato reimmesso in acqua.
L’episodio, purtroppo, non è isolato. Il comandante della Polizia provinciale, Angelo Miano, conferma che in questo periodo si stanno intensificando i controlli, soprattutto durante i fine settimana, per cercare di contrastare un fenomeno che sembra in crescita nella nostra zona. «Stiamo verificando che sono soprattutto cittadini romeni e bulgari che praticano questo tipo di operazioni». Secondo le ipotesi della Polizia provinciale il pesce sequestrato, o reimmesso in acqua dove possibile, era destinato al consumo alimentare domestico e, probabilmente, a un piccolo mercato nero di pesce d’acqua dolce all’interno della comunità romena. «Il fenomeno risponde a due ordini di problemi - dice Miano - il primo è che, quale che sia l’utilizzo finale, la pesca viene effettuata spesso trasgredendo più di una norma, dal periodo vietato all’utilizzo di tecniche non consone, alla mancanza di patentino».
In secondo luogo, c’è in ballo la salvaguardia dell’ecosistema
«Questi pescatori abusivi, ed evidentemente chi poi consuma il loro pesce, non si fanno grossi problemi di palato. Pescano di tutto. Quando sequestriamo le catture, nelle reti troviamo numerose specie. Si trattasse solo di siluri, fermo restando le varie trasgressioni, almeno non ci sarebbero problemi legati alla salvaguardia ittica. Al contrario, spesso vengono prelevate specie protette. E’ noto che sulla trota marmorata, ad esempio, è in corso un progetto di ripopolamento che vede impegnata la Provincia di Lodi con decine di migliaia di euro». Ed erano proprio trote marmorate i pesci recuperati lo scorso fine settimana in località Canadi, nei pressi di Spino d’Adda, al confine con la provincia di Cremona. Circa 50 esemplari sono stati lasciati sul posto dal pescatore che, alla vista delle guardie, si è dileguato. L’attrezzo utilizzato era una bilancella, il cui uso non è ammesso in questo periodo sul fiume Adda.

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