PESCATORII DI FRODO, ASSALTO AI FIUMI.
Razzie nel Po e nell’Adda. Tre romeni bloccati a Castelnuovo
Negli ultimi mesi decine di stranieri multati dalla Polizia
provinciale.«A rischio le specie pregiate»
Castelnuovo Bocca d'Adda - Pescatori di frodo
all’assalto dei fiumi. Sono ormai decine i “bracconieri del pesce”, soprattutto
stranieri, sorpresi negli ultimi mesi sulle rive di Po e Adda e multati dalla
Polizia provinciale. L’ultimo episodio a Castelnuovo, in località Ballottino,
dove le guardie volontarie nei giorni scorsi hanno bloccato tre romeni che
pescavano carpe con strumenti illeciti e in un periodo non consentito. Stavano
tirando a riva il pesce con il guadino, una specie di retino, e soprattutto in
un periodo (il divieto è in vigore tra il 15 aprile e il 15 giugno) in cui non
è permesso catturare le carpe in quanto sono in fase di riproduzione.
I pescatori, inoltre, erano facilitati nella loro operazione dalla piena del
Po.
Ad ognuno dei tre, sono state elevate sanzioni amministrative molto salate: rispettivamente
di 102, 153 e di 205 euro oltre al sequestro del guadino. Il pesce è stato
reimmesso in acqua.
L’episodio, purtroppo, non è isolato. Il comandante della Polizia provinciale,
Angelo Miano, conferma che in questo periodo si stanno intensificando i
controlli, soprattutto durante i fine settimana, per cercare di contrastare un
fenomeno che sembra in crescita nella nostra zona. «Stiamo verificando che sono
soprattutto cittadini romeni e bulgari che praticano questo tipo di
operazioni». Secondo le ipotesi della Polizia provinciale il pesce sequestrato,
o reimmesso in acqua dove possibile, era destinato al consumo alimentare
domestico e, probabilmente, a un piccolo mercato nero di pesce d’acqua dolce
all’interno della comunità romena. «Il fenomeno risponde a due ordini di
problemi - dice Miano - il primo è che, quale che sia l’utilizzo finale, la
pesca viene effettuata spesso trasgredendo più di una norma, dal periodo
vietato all’utilizzo di tecniche non consone, alla mancanza di patentino».
In secondo luogo, c’è in ballo la salvaguardia dell’ecosistema
«Questi pescatori abusivi, ed evidentemente chi poi consuma il
loro pesce, non si fanno grossi problemi di palato. Pescano di tutto. Quando
sequestriamo le catture, nelle reti troviamo numerose specie. Si trattasse solo
di siluri, fermo restando le varie trasgressioni, almeno non ci sarebbero
problemi legati alla salvaguardia ittica. Al contrario, spesso vengono
prelevate specie protette. E’ noto che sulla trota marmorata, ad esempio, è in
corso un progetto di ripopolamento che vede impegnata la Provincia di Lodi con
decine di migliaia di euro». Ed erano proprio trote marmorate i pesci
recuperati lo scorso fine settimana in località Canadi, nei pressi di Spino
d’Adda, al confine con la provincia di Cremona. Circa 50 esemplari sono stati
lasciati sul posto dal pescatore che, alla vista delle guardie, si è dileguato.
L’attrezzo utilizzato era una bilancella, il cui uso non è ammesso in questo
periodo sul fiume Adda.
Nessun commento:
Posta un commento