RAZZÌA DI PESCI
CON LA MAXI-RETE.
Beccati due fratelli romeni: avevano preso carassi,
lucci e persici
di
LAURA VALDESI
Montepulciano, 2 febbraio 2017 - BRACCONIERI. Attrezzati ed esperti. Arrivano di notte,
in punta di piedi. ‘Ripuliscono’ la zona dagli animali e poi si dileguano.
Prima accadeva nelle riserve, nei boschi. Adesso anche nei laghi. Un nuovo
fenomeno che, nato e sviluppato soprattutto nel Nord Italia, dove ci sono
grandi corsi d’acqua come il Po, sta diventando una piaga. Rischia di esserlo
anche a Siena, in Valdichiana. A portarlo alla luce un’operazione della Polizia
provinciale, in sinergia con le guardie ittiche volontarie del Chiaro di
Montepulciano. Si è conclusa proprio la notte di martedì e se fosse andata a
buon fine avrebbe scosso il delicato equilibrio di questo specchio d’acqua che
dal 1996 è cuore di una riserva naturale dove, specie durante l’inverno, si
fermano a nidificare numerose specie di uccelli.
L’allarme poco dopo le 18. Viene notata una rete enorme,
sistemata verso l’entrata del Canale Maestro della Chiana.
Occupa un’amplissima fetta del lago. A notarla sono un gruppo di giovani, i
‘Bass Hustler’, che fanno vigilanza sulla pesca. Occhi importanti per la tutela
della zona. La Polizia provinciale comprende subito che siamo in presenza di
bracconaggio ittico.
Sta diventando una delle nuove emergenze con pescatori
illegali provenienti principalmente dall’Est Europa. Così
scatta la trappola.La Provinciale coordina il servizio e, con i volontari,
organizza turni notturni di sorveglianza per sorprendere sul fatto chi ha
sistemato la trappola. Si mettono di vedetta in località Binami, che si trova
sul lato umbro. Da lì si osserva perfettamente ogni movimento nel Chiaro.
Ma non c'è bisogno di attendere a lungo. Alle 22 di martedì
i bracconieri entrano in azione. Arriva, lentamente, un furgone Mercedes con targa romena. Si dirige dritto
verso il Chiaro. Fa manovra e si posiziona come se fosse pronto ad accogliere
il pesce catturato illegalmente. E, per di più, in una riserva naturale. Mentre
i volontari vengono inviati a bloccare eventuali vie di fuga, la Provinciale si
materializza davanti all’uomo.
Non è solo. Con lui, si scoprirà più tardi, il
fratello. Ci vuole un po’ ma, alla fine, confessa che la rete è sua. Quei
trecento metri, alti un metro e quaranta centimetri con maglie di ottanta
millimetri, erano già riusciti ad imbrigliare molto pesce. Carassi che vengono
spesso utilizzati per le farine animali, mentre lucci, persico reale e carpe
riescono magari a trovare collocazione presso qualche ristoratore.
Morale della favola: il romeno, a cui è stata
comminata una sanzione amministrativa di 2mila euro ha preso
la barca e ha rimosso durante la notte la rete che è poi stata sequestrata. Gli
animali sono stati liberati e, ieri mattina, il nuovo sopralluogo sul lago ha
consentito di verificare che la fauna non aveva subito danni.
Nessun commento:
Posta un commento