Ferrara, uccide guardia pesca e ne ferisce un'altra:
braccato Igor, il killer di Budrio
di Paolo Ricci Bitti
Il killer ricercato |
Un altro innocente ammazzato con un colpo di pistola,
come il barista di Budrio una settimana fa: è iniziato così, nella serata di
sabato, il nuovo capitolo della storia di sangue, rapine e fughe di Igor
Vaclavic, adesso braccato da centinaia di carabinieri e poliziotti nella
"bassa" tra Ferrara, Bologna e Ravenna, conosciuta come le sue tasche
dal fuggiasco che è petretto dall'oscurità e spronato dalla disperazione di chi
non ha ormai più nulla da perdere.
Una guardia ambientale volontaria uccisa, una guardia
provinciale ferita seriamente, lungo la strada Mondo Nuova, a otto chilometri
da Portomaggiore (Ferrara): tutto porta a ipotizzare che a sparare sia stato
Igor Vaclavic, 41 anni, ricercato per una serie di rapine commesse nel
Ferrarese nell'estate 2015, e sospettato di essere l'assassino del barista Davide
Fabbri, ucciso con un colpo di pistola fa a Budrio. Ieri sera avrebbe sparato
dopo essere stato fermato per un controllo. La vittima si chiamava Valerio
Verri, 65 anni. Il ferito è Marco Ravaglia, cinquantenne, da giovane giocatore
di rugby del Cus Ferrara che, pur colpito a una spalla e alla schiena, è
riuscito a dare l'allarme: è stato operato e non è in pericolo di vita. I due
componevano una pattuglia che svolgeva periodicamente controlli del territorio
per evitare bracconaggio, pesca di frodo, abbandono di rifiuti, bivacchi di
immigrati clandestini. Non erano certo a caccia di un bandito pericoloso.
L'incontro con l'omicida è stato così casuale, durante
una delle consuete perlustrazione. L'assassino è sceso dal Fiorino bianco e
poi, minacciandolo con il fucile, ha disarmato Ravaglia. Forse le due
guardie hanno tentato comunque di fronteggiare il bandito che ha sparato con
una pistola uccidendo Verri e ferendo Ravaglia. Poi la fuga sul piccolo furgone
rubato a Molinella di Bologna. E' iniziata allora un'imponente caccia all'uomo.
Poco dopo l'uccisione della guardia, Vaclavic è stato intercettato dai
carabinieri nella località Marmorta del comune di Molinella, al confine con la
provincia di Ferrara. Non gli è restato allora che continuare la fuga a piedi
in quella che è una zone "umide" più note d'Italia, le valli di
Argenta che ospitano anche parte del Parco del Delta del Po e numerose altre
oasi naturalistiche come appunto quella di Marmorta.
Un territorio poco popolato, attraversato da fiumi, a cominciare dal Reno, e da canali artificiali, fossati che compongono un secolare e imponente complesso di regimentazione delle acque e che rappresenta, per chi lo conosce, una formidabile e discreta alternativa a e strade e sentieri, soprattutto adesso che la rigidità dell'inverno è terminata.
Un territorio poco popolato, attraversato da fiumi, a cominciare dal Reno, e da canali artificiali, fossati che compongono un secolare e imponente complesso di regimentazione delle acque e che rappresenta, per chi lo conosce, una formidabile e discreta alternativa a e strade e sentieri, soprattutto adesso che la rigidità dell'inverno è terminata.
Vallate, canneti, zone paludose, grandi macchie di
lecci, pioppi, olmi. E poi sacche, casse di espansione (utilizzate durante le
piene), argini, chiuse. Un terreno ricco di nascondigli artificiali e e
naturali che mette in difficoltà i cani, ostacolati dai corsi d'acqua in cui il
fuggiasco potrebbe rifugiarsi mentre si sposta, e che rende poco efficace anche
l'uso degli elicotteri e dei loro potenti fari. Per di più avvicinarsi al
fuggiasco è estremamente pericoloso ed è probabile che, per evitare di
rischiare altre vite, si attenderanno le luci dell'alba per stringere ancora il
cerchio via via delimitato sulle strade della zona dai lampeggianti delle
"gazzelle" e delle "pantere" che punteggiano la notte senza
nubi in parte rischiarata dalla luna crescente.
Ore utilizzate anche per coinvolgere altri uomini e
rafforzare la "chiusura" della zona, in particolare nei pressi
dell'oasi di Marmorta: nessuno vuole pensare alle conseguenze di una mancata
cattura di Vaclavic che ha un curriculum criminale considerato fin
dall'inizio compatibile quantomeno con la rapina della guardia giurata a cui è
stata sottratta, a Consandolo, nel Ferrarese, la pistola calibro 9 (una
Smith&Wesson argentata) poi utilizzata per l'omicidio di Budrio.
Il bandito era uscito dal carcere nella primavera del
2015, dopo aver scontato una condanna. La "bassa" tra Ferrara e
Bologna lo vede in azione da almeno un decennio: già nel 2007 fu arrestato per
aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo.
Faretra sulle spalle, coltello legato a una gamba, una bandana nera. E un
soprannome "Lupo Solitario" che si dice gli sia stato affibbiato in
prigione. La Procura di Ferrara lo accusa di far parte, in altri colpi, della
banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, ad
Aguscello, fatto di sangue a cui il 41enne non partecipò e per cui sono già
state pronunciati due ergastoli.
Peraltro secondo le ultime verifiche Vaclavic, che ha
molti alias, non sarebbe russo - come sembrava all'inizio della vicenda - ma
proveniente dall'ex Jugoslavia. Non sarebbe neppure un ex militare, come si era
detto, anche se sulla sue capacità di mimetizzarsi nel territorio e di
sfruttarlo a suo favore non ci sono dubbi.
Sulle tracce di Igor gli investigatori ci sono da
sabato scorso, quando Davide Fabbri, barista di 52 anni, è stato freddato con
un colpo di pistola a Riccardina di Budrio, durante un tentativo di rapina.
Dopo aver sparato al cuore di Fabbri, il killer era uscito dal bar puntando la
pistola anche alla moglie, Maria, ma senza sparare. «Non dimenticherò mai
quegli occhi - aveva detto la donna - non ho visto un barlume di pietà per
nessuno di noi».
Sabato 8 Aprile 2017 - Ultimo aggiornamento: 09-04-2017 09:34
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