giovedì 16 gennaio 2014

F. TRESTE, INQUINAMENTO A MONTE

'Fiume Treste colorato', probabile sversamento nella zona artigianale di Castiglione Messer Marino.
Dai nuovi controlli esclusa una relazione con i tubi

15.01.2014. È di proporzioni più grandi di quanto si pensasse in un primo momento il probabile inquinamento del fiume Treste.
Stamattina, con un sopralluogo nel letto del fiume, abbiamo potuto verificare che i tubi sospetti scoperti nel tardo pomeriggio di ieri non hanno niente a che vedere con la colorazione nerastra del corso d’acqua, sebbene la loro presenza resti un’anomalia.
Il fenomeno è infatti esteso e l’origine è molto più a monte. I controlli degli Agenti Ittici volontarii  dell’ ARCI PESCA FISA - Chieti, che svolgono l’attività di vigilanza ambientale nel territorio provinciale, si stanno concentrando non molto lontano dalla sorgente e dalla zona artigianale di Castiglione Messer Marino. Qui lo scarico sarebbe stato effettuato su un affluente del Treste, la vegetazione delle sponde sarebbe ancora sporca.
Giuseppe Zappetti, presidente del comitato provinciale dell’Arci Pesca Fisa, spiega: «Il terreno, come già accaduto in precedenza, trasuda liquido nerastro. Lo scarico verosimilmente è stato effettuato la settimana scorsa e ora sono visibili i resti sul letto del fiume. Sarà L'Arta ora a decidere il da farsi».
Si prospetta quindi un film già visto: negli anni passati già si sono verificati sversamenti ai quali seguirono esposti e denunce, ma nulla pare cambiato. Per ora non si conosce la natura di quanto buttato nel fiume. Questa mattina i tecnici dell’Arta sono tornati sul fiume per ottenere altri campioni; i prelievi sono stati fatti nel tratto del Treste sotto San Buono.
La situazione che abbiamo potuto osservare direttamente nel fiume è di un letto ricoperto da una patina marrone, in alcuni tratti maggiormente visibile. Non c’è però solo il risultato dello sversamento a monte. Le sponde del Treste durante l’anno sono infatti invase da rifiuti di ogni tipo e la piena di inizio dicembre ha portato via un po’ di materiale. Qualche centinaio di metri a monte del santuario di Sant’Antonio si può osservare un affioramento di un vivace arancione, probabile risultato di un fusto non proprio vuoto di vernice.
L’ennesimo segnale dell’incuria nei confronti dei corsi d’acqua del Vastese.
Antonino Dolce






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