venerdì 16 ottobre 2015

LICENZA DI PESCA IN MARE

LA PESCA PROFESSIONALE È IN CRISI, ECCO UNA TASSA PER I PESCATORI SPORTIVI IN MARE
COMUNICATO STAMPA ARCI PESCA FISA

Roma 13 ottobre 2015. La pesca professionale è in crisi, non attivando investimenti per circa 200 milioni di euro ha ritornato alla Unione Europea la quota di 72 milioni nel 2013 ed altri maturandi per circa 30 milioni a cui si aggiunge il 50% quale quota Stato-Regioni. Quindi soldi non spesi a scapito di un settore in crisi!
Oggi gli estensori Catanoso, Oliverio, Caon con la proposta di legge “ interventi per il settore ittico” intendono addossare una tassa ai pescatori sportivi oltre alle risorse finanziarie prese dalla Legge di stabilità istituendo un fondo “scaccia crisi”.
L’Arci Pesca Fisa nelle due audizioni alla XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati presentò documenti con il diniego più assoluto di una tassa sui pescatori sportivi in mare proponendo altresì nuovi criteri coerenti con gli indirizzi europei propose il riconoscimento delle Associazioni di pesca sportiva con una presenza legale nazionale e regionale, indicò gli investimenti nella filiera ittica della pesca sportiva, una rappresentatività a tutto campo negli organismi istituzionali, la definizione del’attività di pesca turismo, d’ ittiturismo e della pesca sportiva ricreativa con le attività subacquee vettori di turismo, come programmazione indicò i piani di gestione , il controllo del pescato e l’uso degli attrezzi previsti nei piani di gestione medesimi.
La risposta a tale istanza è stata disattesa con una proposta di legge lacunosa avallante una licenza di pesca sportiva in mare per finanziare la filiera ittica, le Capitanerie per il controllo della pesca illegale ed il CONI , per quest’ultimo non motivandone le finalità e l’organismo sportivo ricevente.
E’ una legge in contrasto con gli stessi regolamenti unionali ed in particolare con il citato Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca (FEAMP 2014-2017) che nei prossimi 7 anni dispone per l’Italia di circa 500 milioni di euro.
Senza dimenticare la non coerenza con il disegno di legge approvato dal Senato della Repubblica il 13 maggio 2015 laddove richiamando all’art. 5 punto n) “ la coerenza della disciplina in materia di pesca non professionale con la normativa europea in materia di pesca” conferma il riconoscimento del ruolo nazionale della pesca sportiva e quindi la rappresentatività negli organismi di consultazione e di gestione nazionali che invece viene negata dal progetto di legge in discussione.
La tassa è iniqua ed ingiusta e in mancanza di programmazione e di modernizzazione del settore procurerà gravi danni all’indotto economico ,ai produttori e rivenditori delle attrezzature di pesca , al turismo ed alle economie locali costiere e dell’entroterra.
L’Arci Pesca Fisa pur essendo disponibile a dialogare concertando e condividendo una nuova legge quadro sulla pesca sportiva-ricreativa e subacquea, respinge questa proposta di legge sia nei contenuti che nei principi e nella sua coerenza.

Non accetterà mai una tassa sulla pesca sportiva in mare ed auspica che questa proposta di legge sia respinta da parte del mondo politico, riservandosi qualsiasi azione deterrente.

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