lunedì 5 ottobre 2015

PESCA IN MARE

Se le canne da pesca disturbano i bagnanti sulla spiaggia, il pescatore è soggetto a sanzioni

In estate, spesso capita di essere comodamente sdraiati in spiaggia e di vedere compromessa la propria libertà di movimento da pescatori malaccorti (non tutti beninteso) che occupano l’arenile con le proprie canne e le utilizzano, dentro e fuori dal mare, incuranti della presenza dei bagnanti.
Ma è lecito, durante stagione estiva, esercitare la pesca sulla spiaggia, vicino alle persone che nuotano o prendono il sole?
Ebbene la soluzione della questione è rimessa alle cosiddette ordinanze di sicurezza balneare emesse, ogni anno, dalla varie capitanerie di porto; in buona sostanza si tratta di atti che regolamentano la stagione balneare e contengono le disposizioni afferenti all’uso delle spiagge, alla regolamentazione della pesca, degli sport acquatici, del transito dei natanti, degli stabilimenti balneari e via discorrendo.
In linea di principio, durante la stagione balneare, che va dal 1° maggio al 30 settembre[1], è fatto divieto di pescare durante le ore di balneazione[2]. In genere, le ordinanze di sicurezza balneare consentono la pesca sportiva, con canna o lenza, in assenza di bagnanti o a una distanza notevole dagli stessi e in direzione del mare aperto, prevedendo la pronta rimozione degli attrezzi utilizzati in caso di avvicinamento di persone.
La ratio di un simile divieto è palmare: si vuole garantire una balneazione sicura, in quanto utilizzare le canne da pesca, lanciando ami e piombi tra adulti e bambini che nuotano o passeggiano sull'arenile, può risultare molto pericoloso.
La mancata osservanza di tale divieto espone il trasgressore ad una sanzione pecuniaria di importo variabile.
In ogni caso, nelle ore serali e in quelle mattutine, al di fuori della fascia oraria interdetta, l'esercizio della pesca, generalmente, è da considerarsi lecito.
È beninteso che, quanto sin qui esposto, inerisce alla pesca sportiva, vale a dire all'attività di pesca che sfrutta le risorse acquatiche viventi a fini ricreativi o sportivi (reg. CE 1967/2006 cosiddetto "regolamento del Mediterraneo")[3]. In altre parole, si tratta di un'attività praticata per mero divertimento, senza finalità commerciali e con l'impiego di un’attrezzatura ridotta[4].

Note:
[1] La durata della stagione balneare può mutare da località a località, dipende da quanto disposto dall’ordinanza di sicurezza balneare. Ad esempio, in Sardegna, quest’anno terminerà solo il 31 ottobre.
[2] Le ore di balneazione, come la durata della stagione balneare, possono mutare da zona a zona, orientativamente vanno dalle 08,00 alle 20,00.
[3] Definizione tratta dal sito ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. [4] Alla pesca sportiva si contrappone la pesca professionale per esercitare la quale occorre la licenza di pesca; si tratta di un documento autorizzativo allo svolgimento della pesca professionale, rilasciato all'armatore di un’imbarcazione, regolarmente iscritto nei registri delle imprese di pesca, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ai sensi del decreto legislativo
26 maggio 2004 n. 153.

Fonte: www.StudioCataldi.it

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