Da potenziale via
turistica di collegamento tra territori a vergognosa discarica: il Trigno
Le sponde invase da cumuli di rifiuti di ogni genere
Costa
e zone interne del Vastese. Da tempo ormai immemore se ne parla in conferenze e
convegni che hanno per tema una programmazione organica che permetta di collegarle
dal punto di vista turistico; a intervalli regolari si torna a parlare di un
calendario condiviso degli eventi estivi, senza che mai questo veda la luce. Lo
stesso vale per i progetti allo studio per ampliare l’offerta turistica.
Eppure,
per compiere un primo piccolo passo in questa direzione, il territorio mette a
disposizione qualcosa che c'è da molto prima dell’uomo e delle sue
infrastrutture: il fiume.
Il
Trigno, nel caso specifico, collega la costa alle zone interne percorrendo
tutta la vallata per oltre 80 chilometri tracciando, tra l’altro, il confine
tra Abruzzo e Molise. Una ‘strada’ naturale usata da sempre dall’uomo per
collegare popoli e territori distanti, ma che oggi è vista come tutt’altro.
Le
sue rive sono invase da rifiuti di ogni tipo e dimensione. Nelle foto c’è il
tratto della confluenza con il Treste (Lentella), ma la situazione è –
purtroppo – comune un po’ a tutto il corso del fiume. Grazie alle strade di
accesso ai campi coltivati poco lontani, gli inquinatori anonimi riescono
regolarmente a raggiungerle e a sversare ciò di cui non hanno più bisogno: secchi
di vernice, materassi, materiale elettrico, detriti di ristrutturazioni, giochi
per bambini, sanitari, elettrodomestici ecc. Nascosto tra la vegetazione,
inoltre, c’è anche un punto dov’è stato accumulato un cospicuo numero di vecchi
frigoriferi.
Anche
nella sporcizia e nel degrado il fiume sta lì a indicare l’indissolubile
collegamento con la costa. Diversi cumuli abusivi di rifiuti sono stati
‘tagliati a metà’ dall’ultima imponente piena di inizio dicembre. Quello che
inizialmente si trovava sulle sponde, lontano dall’acqua, ora è arrivato al
mare.
Un
dato che dovrebbe far riflettere ancora di più sulla necessità di una seria
tutela dei fiumi del territorio da parte di amministratori lungimiranti e
sull'esigenza di parlarne non solo quando scatta il periodico
allarme-arsenico/salmonellosi (per non parlare dell'enorme problema
dell'assenza di depuratori). Alle future generazioni si intende lasciare
una enorme discarica abusiva (oltre a quelle legali in progettazione)?
Attualmente,
le rive del Trigno sono percorse saltuariamente da appassionati di mountain
bike. Un progetto che collega Vasto Marina a Canneto, inoltre, è già stato
messo su carta: circa 42 chilometri di pista ciclabile (progetto di cui
parleremo meglio più avanti) che affianca il tracciato già disegnato dal fiume.
D’altronde, in Italia abbiamo ottimi esempi della potenzialità turistica di un
fiume: basti pensare alle regioni del Nord, dove molti corsi d’acqua anche di
portata minima sono affiancati da trafficate piste ciclabili. Alcuni comuni che
affacciano sul fiume Trigno (Carunchio e Celenza sul Trigno, oltre a San Salvo,
Vasto, Furci ecc.) hanno aderito qualche settimana fa al progetto di bike sharing che li doterà di bici normali e a pedalata
assistita.
Perché
non continuare su questa scia?
È
evidente, però, che un investimento del genere richiede prima di tutto il
cambiamento della cultura di chi abita il territorio senza
rispettarlo. Per ora le eloquenti immagini dimostrano che ciò è ancora
molto lontano.
Antonino
Dolce
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