Pescara
26/03/2014. Le falde acquifere permeate dai veleni della discarica di Bussi sul
Tirino (in provincia di Pescara) avrebbero contaminato 700 mila consumatori. È
una relazione da brivido quella dell'Istituto superiore della sanità (Iss) che
per la prima volta, dal sequestro del sito avvenuto nel 2007, ha messo nero su
bianco, in una relazione di 70 pagine, i veleni di Bussi, circa 25 ettari di
terreno analizzati scientificamente. Le acque contaminate della discarica
vengono messe in relazione con «la pericolosità per la salute umana. Acqua di cui hanno usufruito cittadini e
utenze sensibili come ospedali e scuole. Nel sito sono state interrate circa
250 mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di
cloro, soda, varechina, formaldeide, percolati, cloruro di vinile,
tricloroetilene e cloruro di ammonio dell'ex Polo chimico Montecatini Edison.
Il danno ambientale stimato é di circa 8 miliardi e mezzo, mentre per la
bonifica occorreranno 600 milioni. Per il mega inquinamento sono sotto
inchiesta 19 persone, quasi tutti ex quasi tutti ex amministratori della
Montedison, accusati di avvelenamento delle acque. Il processo si sta svolgendo
in Corte d'Assise a Chieti e la prossima udienza si terrà il 28 marzo. La
relazione, datata gennaio 2014, é stata depositata proprio nel corso del
processo dall'avvocatura dello Stato che difende il ministero dell'Ambiente,
parte civile nel processo. Il documento, redatto da Riccardo Crebelli e Luca
Lucentini, consulenti tecnici dell'avvocatura dello Stato, illustra i dati di
riferimento, mettendo insieme quelli dell'Arta, della forestale, di campioni
prelevati dai pozzi Sant'Angelo, dalle fontane pubbliche di Torre dé Passeri e
in corso Umberto a Pescara, poi a Chieti, a Tocco, a Castiglione e a Popoli. In
un punto viene sottolineato come «la serie di azioni poste in essere nel sito
industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali
che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando così un
pericolo reale e concreto per la salute». La relazione, infine, punta il dito
anche contro la mancata informazione: «La qualità e la protezione della risorsa
di origine è stata indiscutibilmente compromessa» e «del significativo rischio
non é stata data comunicazione ai consumatori che non sono stati in condizioni
di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli».
I militari della Stazione Navale appartenenti al Reparto Operativo
Aeronavale della Guardia di Finanza di Pescara e del Corpo Forestale dello
Stato di Pescara e Tocco da Casauria sequestrano tre discariche di rifiuti
pericolosi nella discarica di Bussi , Pescara. (ANSA).
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