Fiume Trigno tra inquinamento, ritardi e incomunicabilità fra enti.
La Magistratura dovrà far luce sulla vicenda
10/04/2013 LENTELLA -
Pietra Fracida dall’anonimato al Parlamento. Se la località in territorio di Lentella fino a qualche tempo fa era semi sconosciuta anche agli stessi residenti, ora è probabile che se ne parli nella commissione d’inchiesta parlamentare sul Trigno.
Qui c’è il punto di captazione dell’acqua da convogliare agli impianti di depurazione della Coniv, distribuita, poi, nella zona industriale di San Salvo. Il prelievo si è interrotto a fine gennaio 2013 per la presenza eccessiva di fenoli. Per ora si è deciso di bypassare il problema captando l’acqua più a monte, ovvero a San Giovanni Lipioni.
Sulla vicenda il Wwf ha presentato un esposto alla Magistratura e a tutti gli organi competenti che dovranno far luce su un intreccio fatto di ritardi, incomunicabilità fra gli enti e omissioni. I punti poco chiari non sono pochi.
POTABILIZZARE IL ‘NON CLASSIFICABILE’. Esisteva una precedente classificazione delle acque del fiume Trigno a Lentella per il suo utilizzo ai fini idropotabili previa potabilizzazione rispetto a quella dell’ottobre 2012?
La Asl ha avviato il periodo di monitoraggio necessario nel 2011 concludendo i campionamenti nel luglio 2012. Tra questi, il campione del 18 giugno 2012 è stato analizzato dall’Arta il 13 agosto dello stesso anno e il referto è stato inviato alla Asl il 29 dello stesso mese.
Il 18 ottobre il comitato per la classificazione ai fini potabili si è riunita nella Direzione Sanità della Regione. La Asl durante la seduta propose la classificazione delle acque del Trigno nella categoria A3 (potabilizzabili solo con trattamenti spinti) trovando, però, l’opposizione dell’Arta che fece notare l’incontrovertibilità dei risultati delle analisi. Il comitato, quindi, giudicò il Trigno ‘non classificabile’, ovvero, le sue acque non hanno i parametri per essere potabilizzate.
Passerà più di un mese – il 23 novembre 2012 – prima che la Asl Lanciano-Vasto invii il parere sanitario alla Direzione Sanità sulla base della decisione del comitato.
Sulla base della ‘non-classificabilità’ del Trigno il comune di San Salvo emette l’ordinanza di divieto dell’uso di acqua ai fini potabili e igienico-sanitari nella zona industriale il 24 gennaio 2013. Il divieto è revocato il 13 febbraio, quando la giunta regionale dichiara l’emergenza disponendo la captazione a San Giovanni Lipioni.
Sulla base della ‘non-classificabilità’ del Trigno il comune di San Salvo emette l’ordinanza di divieto dell’uso di acqua ai fini potabili e igienico-sanitari nella zona industriale il 24 gennaio 2013. Il divieto è revocato il 13 febbraio, quando la giunta regionale dichiara l’emergenza disponendo la captazione a San Giovanni Lipioni.
Oltre ai tempi lunghi che hanno portato allo stop (dal 18 ottobre 2012 bisognerà aspettare il 24 gennaio), per Augusto De Sanctis del Wwf – come spiegato nella conferenza stampa di sabato scorso – è necessario sapere se esiste una classificazione precedente, a quando risale l'avvio del potabilizzatore e, soprattutto, se fino all’ottobre scorso si è potabilizzata l’acqua di un fiume non classificato. La ricerca di documenti a riguardo, da parte del Wwf, non ha prodotto risposte. La Magistratura dovrà inoltre appurare a quale trattamento è stata sottoposta l’acqua potabilizzata e se siano state riscontrate non-conformità alla distribuzione (post-potabilizzazione).
NON SOLO FENOLI. Nel Trigno, però, non c’è solo un problema relativo alla presenza di fenoli. Il Wwf lo dice chiaramente: «la sua acqua è simile a quella di una fogna». In diversi periodi dell’anno vi è stata riscontrata la presenza di salmonella e coliformi. Una situazione conosciuta dall’Arta almeno dal luglio 2011. Dati estremamente alti – soprattutto in estate – confermati, per il 2012, anche dall’Arpa Molise tuttora impegnata in prelievi alla foce del fiume.
Quali provvedimenti sono stati intrapresi dagli enti a vario titolo competenti al momento dell’accertamento della presenza di Salmonella e del grave stato di contaminazione microbiologica del corso d’acqua come evidenziato dall’Arta?
Insieme a questa domanda ci sono gli esempi di ordinanza di vari Comuni in Italia con la quale si vieta l’uso dell’acqua del fiume a scopo irriguo e zootecnico e vengono introdotte restrizioni per quanto riguarda la pesca.
Insieme a questa domanda ci sono gli esempi di ordinanza di vari Comuni in Italia con la quale si vieta l’uso dell’acqua del fiume a scopo irriguo e zootecnico e vengono introdotte restrizioni per quanto riguarda la pesca.
Il Wwf si chiede se ci sono stati provvedimenti simili da parte dei sindaci, in questo caso massima autorità sanitaria, dei comuni che hanno il Trigno che scorre nel proprio territorio.
È a questo punto che si materializza la classica incomunicabilità fra enti. Se l’Arta – e la Asl – sapevano dello stato di contaminazione microbiologica del fiume, pare che i sindaci dei piccoli comuni del Vastese non ne fossero a conoscenza.
Non ne era a conoscenza ad esempio Carlo Moro, sindaco di Lentella che ha nel proprio territorio l’ormai famoso punto di captazione di Pietra Fracida: «Non siamo mai stati interpellati da Arta e Asl. Su quali dati dovevamo emettere un’ordinanza simile? Non potevamo mica farlo sulla base delle informazioni lette sulla stampa. Almeno per ciò che riguarda Lentella non abbiamo mai ricevuto nessuna comunicazione sullo stato del fiume. La verità è che in casi simili vengono informati e convocati solo i Comuni che utilizzano l’acqua del Trigno, ovvero Vasto e San Salvo, dimenticando quelli che ce l’hanno nel proprio territorio. Per ciò che mi riguarda non chiamerò l’Arta, è loro compito informare tempestivamente i sindaci interessati».
Non ne era a conoscenza ad esempio Carlo Moro, sindaco di Lentella che ha nel proprio territorio l’ormai famoso punto di captazione di Pietra Fracida: «Non siamo mai stati interpellati da Arta e Asl. Su quali dati dovevamo emettere un’ordinanza simile? Non potevamo mica farlo sulla base delle informazioni lette sulla stampa. Almeno per ciò che riguarda Lentella non abbiamo mai ricevuto nessuna comunicazione sullo stato del fiume. La verità è che in casi simili vengono informati e convocati solo i Comuni che utilizzano l’acqua del Trigno, ovvero Vasto e San Salvo, dimenticando quelli che ce l’hanno nel proprio territorio. Per ciò che mi riguarda non chiamerò l’Arta, è loro compito informare tempestivamente i sindaci interessati».
Proprio per questo, il Wwf chiede di accertare la frequenza dei casi di patologie riconducibili alla contaminazione.
A RISCHIO PROCEDURA D’INFRAZIONE. Lo scandaloso stato del Trigno è vecchia cosa. Se non si riesce a risalire a una classificazione ai fini potabili pre-2012, si sa invece che la qualità generale dell’acqua è passata da ‘Buono’ a ‘Sufficiente’ nel biennio 2008-2009. Un peggioramento che contribuisce ad allontanare l’Abruzzo dall’obiettivo dettato dalla Direttiva Comunitaria per il 2015 (lo stato ‘Buono’ dei corpi idrici per ridurre al minimo gli interventi di depurazione). Se la Regione dovesse mancarlo incorrerebbe in una procedura d’infrazione.
DEPURATORI. Il Wwf, come sottolineato in altre occasioni, preme sulla situazione dei depuratori. La legge regionale 31/2010 prevede la pubblicazione sui siti web di Arta e Province, ogni 4 mesi, dei risultati dei controlli di ogni singolo depuratore. Tale norma era in vigore già dal 2008 ed è stata rispettata solo nel 2009.
Come ricorda il Wwf, un lungo tratto del Trigno dovrebbe essere particolarmente tutelato perché Sito d’Interesse Comunitario.
Antonino Dolce
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