ATTIVITÀ ANTIBRACCONAGGIO DELLA FORESTALE NEL CHIETINO
Liberati due animali intrappolati. Colto in flagrante e denunciata una persona
Chieti, 28 gennaio 2013 - Nell'ambito dell'attività antibracconaggio, nella provincia di Chieti, il Comando stazione forestale di Lanciano ha portato a termine due distinte operazioni di polizia forestale, in cui sono stati liberati due cinghiali caduti in trappole illegali, fatte di cavi di acciaio definite in gergo "lacci", ed è stato denunciato un bracconiere colto in flagranza di reato.
Nel comune di Miglianico (CH), contrada Montupoli, il personale del Comando stazione, intervenuto a seguito di una segnalazione del numero di emergenza ambientale 1515, ha trovato un cinghiale femmina di circa 70 chilogrammi che provava a liberarsi dalla trappola. Solo con l'intervento del Servizio Veterinario dell'ASL di Lanciano è stato possibile liberare e curare l'animale. Le attività di indagine per individuare il responsabile sono tuttora in corso.
Nel comune di San Vito Chietino, i Forestali, durante un appostamento hanno sorpreso un bracconiere armato di fucile che stava per abbattere un cinghiale caduto in trappola. L'animale è tornato in libertà, mentre il responsabile dell'illecito rischia una condanna per esercizio di attività venatoria con mezzi non consentiti e per maltrattamento animali.
L'uso di trappole, soprattutto con lacci di acciaio, per la cattura di fauna selvatica è un fenomeno piuttosto diffuso nel territorio nazionale. Tale pratica, particolarmente insidiosa, è caratterizzata da tre fasi: il sopralluogo, il posizionamento delle trappole e il successivo controllo per constatare l'esito dell'operazione. Nel mezzo si colloca il momento in cui l'animale resta imprigionato e il laccio si trasforma in uno strumento di tortura dal quale cerca in ogni modo di liberarsi andando, invece, incontro ad una morte lenta e dolorosa: per soffocamento o per lacerazione.
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