L’hobby pesca miracolosa
10 FEB.2013 AVEZZANO. Chiariamolo subito. Tutti i pesci fotografati in queste pagine sono tornati a nuotare in acqua dopo la cattura. Perché la pesca è una passione che diventa sfida. Si cercano le emozioni che solo prede da record possono offrire. Ne sanno qualcosa i quasi 14mila pescasportivi tesserati in Abruzzo che insidiano carpe, lucci, trote e tinche. Pesci che nei laghi e nei fiumi della regione diventano “big fish”. I NUMERI. Al primo posto per numero di tesserati c’è la provincia dell’Aquila. Sono 4.800 i possessori di licenza per la pesca in acque dolci. Ogni anno ne vengono rinnovate o rilasciate circa 800. Segue il Chietino, con 4.472 tessere rilasciate (470 nel 2012). In provincia di Chieti, dal marzo dello scorso anno, è obbligatorio anche il tesserino segna-catture: ma appena in 1.700 ce l’hanno. Nella provincia di Teramo i pescasportivi sono 2.700. Pescara, infine, conta 1.800 possessori di licenze. GLI ITINERARI. L’Abruzzo ne offre tanti e tutti diversi. Dal fiume Tirino al lago di Penne nel Pescarese. Passando per i fiumi e i laghetti del Teramano (Vomano, Tordino, Tronto, Lago di Scaccia, Tre Ciminiere). Nel Chietino non si può non citare il pescosissimo lago di Bomba, oggi noto soprattutto in chiave agonistica. È uno dei campi di gara più battuti d’Italia, anche a livello nazionale, tanto che ha ospitato numerose prove per il Club azzurro. Ma gli itinerari più appetibili per le catture record si trovano in provincia dell’Aquila; i laghi di Scanno, San Domenico, Barrea e Campotosto, il piccolo specchio d’acqua Pozzone (ciò che resta del Fucino), i fiumi Sangro, Giovenco e Liri. Senza contare gli innumerevoli torrenti. IL CARPFISHING. È diventata la tecnica per eccellenza per fare abboccare ciprinidi di grossa taglia (carpe o amur). Qui in Abruzzo possono raggiungere e superare i venti chili di peso. «Il presupposto di questa pesca» spiega Roberto Guanciale, uno dei guru del carpfishing abruzzese, «è il rilascio della preda, senza traumi o stress. Questa tecnica ha un padre in Abruzzo che si chiama Roberto Di Lorenzo e viene praticata principalmente nei laghi. Negli ultimi anni preferisco pescare a Scanno, dove si possono prendere anche tinche di cinque chili, taglie record a livello europeo. Il carpfishing presuppone uno stretto rapporto fra il pescatore e la natura. Purtroppo in Abruzzo c’è una scarsa valorizzazione delle risorse, ma ciò dipende dalla sensibilità degli amministratori. Molti corsi d’acqua sono inquinati». SCANNO, LAGO RICCO. Un discorso a parte lo merita il lago di Scanno amato da Guanciale. È il bacino naturale più grande d’Abruzzo e si fregia della Bandiera blu ormai da anni. «C’è una biodiversità ittica particolare» precisa Enzo Gentile dell’Associazione pescatori Scanno-Villalago «consiste in dodici specie di pesci che vivono in maniera sinergica: colonie di coregoni, persici reali, ciprinidi, lucci e trote. Per evitare situazioni di negatività bisognerebbe fare un salto di qualità; pertanto la cultura del pescato e rilasciato, il cosiddetto no kill, dovrebbe essere una componente del pescatore del terzo millennio. Sono convinto che le autorità regionali e provinciali sappiano cogliere questi elementi». I CAMPIONI. L’Abruzzo dei «big fish» è anche terra di campioni di pesca. Il re è sicuramente Carlo Baldassini di Scontrone, nell’Alto Sangro. Pluricampione di pesca a mosca, vanta decine di partecipazioni a campionati mondiali, europei e nazionali. Nota di merito ai giovani emergenti. A Campli c’è Marco Ferracatena, campione italiano Under 23 di pesca con gli artificiali, mentre a Montesilvano vive Manuel Marcheggiani, campione del mondo di pesca nella specialità trota lago. «L’Abruzzo offre varietà di acque e di habitat come pochissime regioni in Italia» sottolinea Andrea Suprani, 49 anni, di Avezzano. Suprani ha vinto uno scudetto tricolore nella pesca al colpo (1988) e ha fatto parte del Club azzurro (2011). «Nei fiumi», riprende Suprani, amante dello spinning, «si possono trovare anche pesci di grossa taglia. Il Sangro è un posto per catture da record, ma come ambiente preferisco quello della zona alta del Tirino. In Abruzzo andrebbero riviste le gestioni degli habitat e servirebbe potenziare i controlli». IL PASSO AVANTI. È stato fatto dalla Provincia di Pescara. «Un tratto del fiume Tirino» evidenzia l’assessore Mario Lattanzio «è in concessione alla Federazione pesca di Popoli. Lì si applica il no kill e si mantiene pulito l’ambiente. Uno spot anche per il turismo».
di Roberto Raschiatore.
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