SCOPERTO SVERSAMENTO DI ACQUE DI LAVAGGIO INERTI NEL FIUME NETO
Gli agenti del Corpo forestale dello
Stato hanno denunciato il presunto responsabileComando Provinciale Crotone
Crotone, 15 novembre 2014 -
Gli agenti del Corpo forestale dello Stato nei giorni scorsi, nell'ambito
dell'operazione Focus 'ndrangheta, hanno scoperto uno scarico di acque di
lavaggio di inerti provenienti da un impianto a Rocca di Neto. Lo sversamento
abusivo aveva intorbidito le acque del fiume Neto. Il responsabile dell'impianto
di lavorazione è stato denunciato all'autorità giudiziaria.
I Forestali durante i servizi di controllo del territorio hanno osservato lungo l'argine del fiume Neto che le acque avevano assunto una colorazione bruna anomala. Percorrendo attentamente la sponda si sono accorti che l'acqua torbida proveniva da un fosso posto sul versante di Rocca di Neto. Setacciando la loc. Timpata gli agenti hanno constatato che lo sversamento proveniva da un impianto di lavorazione inerti. Le acque non erano sottoposte al processo di decantazione e sedimentazione. Gli accertamenti successivamente svolti, inoltre, hanno evidenziato che lo scarico non era autorizzato dall'amministrazione provinciale. I forestali, pertanto, hanno segnalato il responsabile dell'impianto, BA un giovane di 25 anni di Rocca di Neto, alla Procura della Repubblica per scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazione. L'imprenditore, peraltro, con la sua condotta irrispettosa dell'ambiente, ha integrato violazioni della normativa paesaggistica e ha danneggiato lo stato delle acque. La torbidità prodotta dallo scarico, infatti, altera l'equilibrio biologico delle acque con riflessi negativi sulla flora e la fauna ittica. Si evidenzia, inoltre, che l'area rientra nella Zona di protezione speciale (ZPS) Alto Marchesato e fiume Neto tutelata dalla legge quadro sulle aree protette. L'intervento dei forestali ha interrotto una condotta illegale, con riflessi sulla conservazione dell'ambiente fluviale caratterizzato da complessi equilibri, spesso sottovalutati. Controlli ulteriori saranno svolti nei prossimi giorni. Per aiutare il Corpo forestale a contrastare il degrado ambientale si invita la cittadinanza a segnalare compiutamente presunti abusi.
I Forestali durante i servizi di controllo del territorio hanno osservato lungo l'argine del fiume Neto che le acque avevano assunto una colorazione bruna anomala. Percorrendo attentamente la sponda si sono accorti che l'acqua torbida proveniva da un fosso posto sul versante di Rocca di Neto. Setacciando la loc. Timpata gli agenti hanno constatato che lo sversamento proveniva da un impianto di lavorazione inerti. Le acque non erano sottoposte al processo di decantazione e sedimentazione. Gli accertamenti successivamente svolti, inoltre, hanno evidenziato che lo scarico non era autorizzato dall'amministrazione provinciale. I forestali, pertanto, hanno segnalato il responsabile dell'impianto, BA un giovane di 25 anni di Rocca di Neto, alla Procura della Repubblica per scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazione. L'imprenditore, peraltro, con la sua condotta irrispettosa dell'ambiente, ha integrato violazioni della normativa paesaggistica e ha danneggiato lo stato delle acque. La torbidità prodotta dallo scarico, infatti, altera l'equilibrio biologico delle acque con riflessi negativi sulla flora e la fauna ittica. Si evidenzia, inoltre, che l'area rientra nella Zona di protezione speciale (ZPS) Alto Marchesato e fiume Neto tutelata dalla legge quadro sulle aree protette. L'intervento dei forestali ha interrotto una condotta illegale, con riflessi sulla conservazione dell'ambiente fluviale caratterizzato da complessi equilibri, spesso sottovalutati. Controlli ulteriori saranno svolti nei prossimi giorni. Per aiutare il Corpo forestale a contrastare il degrado ambientale si invita la cittadinanza a segnalare compiutamente presunti abusi.
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