Distrutto
tratto del bosco sul fiume Osento
CASALBORDINO
21.11.2014 – "Nei pressi del ponte della SS16 Adriatica sul fiume Osento
-si legge in una nota del Wwf Chieti- si assiste in questi giorni ad una scena
impressionante: la folta vegetazione che lambiva il corso d’acqua è
completamente scomparsa: l’azione di mezzi meccanici e motoseghe hanno
trasformato il fiume, fino alla sua foce, in uno squallido canale privo di ogni
forma di vita animale e vegetale.
Alberi, arbusti,
principalmente esemplari di Salice bianco e Pioppo nero, più a monte sottoposti
a tutela europea dal Sito di Interesse Comunitario IT7140111 “Boschi Ripariali
sul Fiume Osento” ma qui invece rasi al suolo.
E’ accaduto che la
Direzione Lavori Pubblici della Regione Abruzzo ha autorizzato, come indicato
dal cartello sulla SS16, lavori “di sistemazione spondale ed adeguamento di
quelle esistenti e risagomatura dell’alveo con riapertura delle sezioni
idrauliche”".
"Con queste opere
distruttive la Regione - ha dichiarato Claudio Allegrino, coordinatore
delle guardie giurate volontarie del WWF- ha violato le stesse regole che si è
data con le proprie leggi regionali sulla tutela dei fiumi, con il piano
Stralcio di Difesa dalle Alluvioni (PSDA) e con la Delibera di Giunta Regionale
n. 494 del 30.3.2000 avente ad oggetto "Atto di indirizzo, criteri e
metodi per la realizzazione di interventi sui corsi d'acqua della Regione
Abruzzo" che ribadisce l’utilizzo delle tecniche di Ingegneria
Naturalistica nelle sistemazioni dei corsi d'acqua e che stabilisce che i
lavori non debbano prevedere la distruzione della vegetazione dei fiumi,
riconoscendone una funzione utile anche per la prevenzione dei danni".
"Le acque del fiume
Osento - continua il dott. Sante Cericola, esperto WWF di gestione degli
ecosistemi fluviali- sono classificate di qualità “scadente” secondo i dati
ARTA 2011. Con questi lavori di asportazione totale della vegetazione riparia,
la capacità auto-depurativa del fiume sembra essere stata pesantemente
compromessa. Sono decenni che nelle università si spiega quanto interventi di
questo tipo siano dannosi, ma purtroppo si persevera con questi sistemi
meramente idraulici tardo ottocenteschi".
Con i 500 milioni di euro
utilizzati per ridurre l’Osento in un pericoloso canale d’acqua si sarebbe
potuto intervenire restituendo al fiume le sue golene e gli spazi inondabili
per ridurre il rischio di creare un’autostrada d’acqua, come invece è stato
fatto. Inoltre si sarebbe potuto consolidare gli ambiti in erosione spondale
con l’ingegneria naturalistica e diversificando morfologicamente l'alveo,
invece che banalizzarlo, il tutto con la finalità di potenziare la capacità
naturale di auto depurazione. Tutto questo avrebbe contribuito anche per il
fiume Osento, ad una graduale, seppur lenta, riqualificazione verso l’obiettivo
di buono stato di qualità imposto dalla Direttiva Acque dell’ Unione Europea”.
Il WWF ha presentato una
denuncia all’Autorità Giudiziaria sperando di interrompere la scomparsa degli
ambienti fluviali.
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