ULTIM'ORA DALLA PROVINCIA DI CHIETI.
VIGILANZA ITTICA AMBIENTALE - ZOOFILA - PROTEZIONE CIVILE - Sede Operativa: Via Palmiro Togliatti, sn. 66050 Lentella (Ch). e-mail:arcipesca.chieti@virgilio.it - Riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare quale Associazione di Protezione Ambientale con DM 0000157 del 08/05/2018 - Art.13 della L.349/86.

martedì 30 dicembre 2014
domenica 21 dicembre 2014
PESCA IN INVERNO
Il
fiume Corsalone apre la stagione di pesca invernale
AREZZO
– L’arrivo dell’inverno non interrompe la stagione di pesca sul fiume
Corsalone. Un accordo tra l’Arci Pesca Fisa e la Provincia di Arezzo ha infatti
permesso al torrente casentinese di rimanere come l’unica zona dell’intero
territorio provinciale in cui sarà possibile pescare anche nei mesi più freddi
dell’anno. Nel corso delle prossime festività natalizie e fino al 31 gennaio
2015, tutti i pescatori potranno dunque mantenere viva la loro passione
recandosi presso le sponde del fiume nel tratto denominato "zona
regolamentata" che va dalla briglia del Ponte Rosso alla confluenza del
torrente Fossatone. Questa apertura straordinaria del Corsalone è stata decisa
in virtù del successo riscontrato negli anni passati, quando numerosi pescatori
della provincia di Arezzo e delle provincie limitrofe dimostrarono di gradire
la possibilità di pescare anche d’inverno accedendo quotidianamente alle sponde
del torrente. A garantire questa nuova possibilità è l’impegno dell’Arci Pesca
Fisa di Arezzo che ripopolerà il fiume con l’inserimento di nuove trote-fario e
che svolgerà un servizio di vigilanza ittica per garantire il rispetto dei
regolamenti di pesca. Una delle regole più ferree fa riferimento al regime
"no-kill" a cui è sottoposto il Corsalone in questo periodo
dell’anno, che obbliga tutti gli appassionati a pescare con esche artificiali
e, soprattutto, a rimettere in acqua tutte le trote sollevate. «I pescatori
aretini - spiega Alfredo Rondoni, presidente provinciale dell’Arci Pesca Fisa,
- potranno mantenere viva la loro passione anche d’inverno. Il Corsalone è una
delle ricchezze ittiche della provincia e la nostra associazione garantisce la
possibilità di recarsi sulle sue sponde in ogni periodo dell’anno, con la
speranza di poter godere della collaborazione di tutti per tutelare il fiume e
per mantenerlo in buona salute. Noi svolgeremo una puntuale azione di
ripopolamento e di vigilanza ittica, ma confidiamo sull’attenzione e sul senso
di responsabilità di ogni singolo pescatore soprattutto nel rispetto del regime
"no-kill"». In questo senso, i controlli dell’Arci Pesca Fisa saranno
serrati soprattutto per evitare quegli episodi di "bracconaggio" che
impoveriscono il fiume e danneggiano l’attività degli altri pescatori. La pesca
sul torrente casentinese sarà aperta a coloro che sono in possesso di regolare
licenza o che sono tesserati per una delle associazioni riconosciute: per
pescare basterà recarsi al bar 4C di Corsalone, nel comune di Chiusi della
Verna, e richiedere i permessi giornalieri validi per il mattino o per il
pomeriggio.
Un
accordo tra Arci Pesca Fisa e Provincia di Arezzo ha mantenuto aperto il
torrente casentinese.
Gli
appassionati potranno pescare anche d’inverno con l’obbligo di rispettare il
regime "no-kill"

CENA DI NATALE
CENA SOCIALE 2014
In una atmosfera calda e di magia natalizia si è tenuta sabato 13 dicembre, la consueta cena sociale di fine anno, unitamente ai soci e famigliari tutti.
Per i più piccini non poteva mancare l'arrivo di Babbo Natale che ha davvero sorpreso tutti per il carico di doni che ha consegnato tra sorrisi e allegria.
Inoltre, si è proceduto alla consegna di targhe ai migliori classificati nelle varie discipline di pesca sportiva valido del campionato provinciale ARCI PESCA FISA - Chieti.
Al termine della manifestazione, un brindisi augurale accompagnato da deliziosi dolci fatti in casa.
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Vincenzo e Danilo ....... e consorti |
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sala del ristorante |
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il Presidente con il vice...... |
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Babbo Natale con i bambini |
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altri momenti magici con Babbo Natale |
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Francesco........ |
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Sofia.... |
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Samuele....... |
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Mirta---- |
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Amerigo-- |
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Giuseppe |
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Andrea...... |
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il più piccino.........Vittorio |
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Flavio.... |
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premiazione campionato 2014 |
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1° classificato surfcasting Taraborrelli Domenico |
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1° classificati carp-fishing De Cinque Gennaro e Scutti Anna Rita |
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1° classificato trota laghetto D'orazio Giuseppe |
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1° classificato trota torrente Meniconi Domenico |
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Tarrga e nastrino al merito agli Agenti Nardelli e Ferri |
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i nostri due cuochi Federico e Fernando con Babbo Natale |
Auguri di buone feste.......................................................................
venerdì 12 dicembre 2014
FORMAZIONE VOLONTARI
sabato 6 dicembre 2014
venerdì 5 dicembre 2014
IL GUARDIAPESCA
Un documentario sulla figura del Guardiapesca che controlla gli ambienti fluviali ..........
lunedì 24 novembre 2014
FIUME TRIGNO. CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE
Trigno
inquinato: invocate pene severe per chi ha messo a rischio la salute della
popolazione

«È un fatto gravissimo che non
venga fatto, perché l'inquinamento appare cronico in questo fiume: prima
l’arsenico, poi la salmonella. Dal 2012 il fiume è malato ma inspiegabilmente
non c’è stato alcun provvedimento d’urgenza da parte delle amministrazioni
pubbliche a tutela della salute dei cittadini. Siamo davanti al fallimento
conclamato del sistema. Lo sversamento dei veleni avviene in totale anarchia.
La struttura pubblica è al collasso», dichiara De Sanctis. «Bisogna dire grazie
alla Forestale e al lavoro che ha fatto. Ma chi ha inquinato il fiume deve
pagare”.
Paola Calvano
(paolacalvano@vastoweb.com)
domenica 23 novembre 2014
FIUME TRIGNO ...............
INQUINAMENTO
FIUME TRIGNO.
I PRECEDENTI INQUIETANTI
yyFEBBRAIO 2012: LA COMPARSA
DELL’ARSENICO PROTEZIONE CIVILE, CONIV, ARTA, COMUNI DI VASTO E SAN SALVO, ASL,
ATO, SASI E I RAPPRESENTANTI DELLA FORZE DELL’ORDINE ACCORRONO TUTTI AL
CAPEZZALE DEL...
PROTEZIONE CIVILE, CONIV, ARTA, COMUNI DI VASTO E SAN SALVO, ASL, ATO, SASI E I RAPPRESENTANTI DELLA FORZE DELL’ORDINE ACCORRONO TUTTI AL CAPEZZALE DEL FIUME TRIGNO DOPO LA COMPARSA DI ARSENICO NELL’ACQUA. L’OBIETTIVO È DUPLICE: FARE CHIAREZZA SULLA SOSPETTA CONTAMINAZIONE DEL FIUME ED EVITARE CHE POSSA ACCADERE ANCORA. L’EMERGENZA SCOPPIA A FINE FEBBRAIO. I VALORI DELL’ACQUA DEL FIUME, TORNANO ALLA NORMALITÀ UN MESE DOPO. LE AUTORITÀ ASSICURANO CHE SARÀ ALZATO IL LIVELLO DI GUARDIA, MA LA PREOCCUPAZIONE DEI RESIDENTI RESTA GRANDE. LA POLIZIA PROVINCIALE, SOLLECITATA DALLA PREFETTURA, INDAGA PER RISALIRE ALLE CAUSE DELL’INQUINAMENTO E CONTEMPORANEAMENTE VIGILA PER PREVENIRE NUOVE AZIONI SCELLERATE.
ALTRE SOSTANZE INQUINANTI
SOSPESA LA CAPTAZIONE DELL’ACQUA NELLA COSIDDETTA “TRAVERSA” DI LENTELLA. NEL FIUME SONO COMPARSE ALTRE SOSTANZE INQUINANTI. MA SULLA VICENDA NON SARÀ MAI FATTA CHIAREZZA. LA CAPTAZIONE IDRICA DA QUEL MOMENTO VIENE EFFETTUATA NELLA TRAVERSA DI SAN GIOVANNI LIPIONI, PIÙ A MONTE. LA REGIONE ASSICURA CHE SI TRATTA DI UN PROVVEDIMENTO TEMPORANEO. IN REALTÀ ANCORA OGGI L’ACQUA VIENE PRELEVATA SEMPRE NELLA ZONA DI SAN GIOVANNI LIPIONI
NELL’ACQUA DEL TRIGNO VENGONO TROVATE TRACCE DI SALMONELLA. I SINDACI DEI COMUNI DELLA VALLATA - E PER UN CERTO PERIODO ANCHE DI MONTENERO DI BISACCIA, IN MOLISE - EMANANO ORDINANZE CON LE QUALI SOSPENDONO L’EROGAZIONE IDRICA PER USO IRRIGUO. UN MESE DOPO L’ALLARME CESSA, TANT’È CHE ALCUNE ORDINANZE VENGONO REVOCATE, MA ANCHE SU QUESTA VICENDA RESTANO MOLTE INCOGNITE. (p. c.)
I PRECEDENTI INQUIETANTI

yyFEBBRAIO 2012:
LA COMPARSA DELL’ARSENICOPROTEZIONE CIVILE, CONIV, ARTA, COMUNI DI VASTO E SAN SALVO, ASL, ATO, SASI E I RAPPRESENTANTI DELLA FORZE DELL’ORDINE ACCORRONO TUTTI AL CAPEZZALE DEL FIUME TRIGNO DOPO LA COMPARSA DI ARSENICO NELL’ACQUA. L’OBIETTIVO È DUPLICE: FARE CHIAREZZA SULLA SOSPETTA CONTAMINAZIONE DEL FIUME ED EVITARE CHE POSSA ACCADERE ANCORA. L’EMERGENZA SCOPPIA A FINE FEBBRAIO. I VALORI DELL’ACQUA DEL FIUME, TORNANO ALLA NORMALITÀ UN MESE DOPO. LE AUTORITÀ ASSICURANO CHE SARÀ ALZATO IL LIVELLO DI GUARDIA, MA LA PREOCCUPAZIONE DEI RESIDENTI RESTA GRANDE. LA POLIZIA PROVINCIALE, SOLLECITATA DALLA PREFETTURA, INDAGA PER RISALIRE ALLE CAUSE DELL’INQUINAMENTO E CONTEMPORANEAMENTE VIGILA PER PREVENIRE NUOVE AZIONI SCELLERATE.
yyGENNAIO 2013:

SOSPESA LA CAPTAZIONE DELL’ACQUA NELLA COSIDDETTA “TRAVERSA” DI LENTELLA. NEL FIUME SONO COMPARSE ALTRE SOSTANZE INQUINANTI. MA SULLA VICENDA NON SARÀ MAI FATTA CHIAREZZA. LA CAPTAZIONE IDRICA DA QUEL MOMENTO VIENE EFFETTUATA NELLA TRAVERSA DI SAN GIOVANNI LIPIONI, PIÙ A MONTE. LA REGIONE ASSICURA CHE SI TRATTA DI UN PROVVEDIMENTO TEMPORANEO. IN REALTÀ ANCORA OGGI L’ACQUA VIENE PRELEVATA SEMPRE NELLA ZONA DI SAN GIOVANNI LIPIONI
yyGIUGNO 2014:
LE TRACCE DI SALMONELLANELL’ACQUA DEL TRIGNO VENGONO TROVATE TRACCE DI SALMONELLA. I SINDACI DEI COMUNI DELLA VALLATA - E PER UN CERTO PERIODO ANCHE DI MONTENERO DI BISACCIA, IN MOLISE - EMANANO ORDINANZE CON LE QUALI SOSPENDONO L’EROGAZIONE IDRICA PER USO IRRIGUO. UN MESE DOPO L’ALLARME CESSA, TANT’È CHE ALCUNE ORDINANZE VENGONO REVOCATE, MA ANCHE SU QUESTA VICENDA RESTANO MOLTE INCOGNITE. (p. c.)
FIUME TRIGNO ...........
E
DA DUE ANNI A LENTELLA RESTANO I DIVIETI
Niente acqua per uso potabile: fascicolo in Procura anche dall’Ufficio circondariale
VASTO 22.11.2014. Da due anni l’acqua del
Trigno prelevata nella traversa di Lentella è vietata all’uso potabile.
L’estate scorsa si scoprì che anche l'acqua a monte era inquinata e per un
certo periodo l’uso potabile fu interdetto. Dal 2012 la popolazione del Vastese
aspetta di sapere chi ha inquinato il Trigno a Lentella e perché l’acqua non è
stata più riclassificata. L’autorità marittima ha già consegnato un rapporto
alla magistratura sulle condizioni del fiume che segna il confine fra Abruzzo e
Molise. Nel 2013 l’Arta rese noti i risultati delle analisi eseguite sui
campioni di acqua prelevata il 25 marzo 2013 dal Trigno e dall’affluente
Annecchia. Il comandante del Circomare, Giuliano D’Urso, portò il fascicolo in
Procura. L’inchiesta è in mano al sostituto procuratore Enrica Medori. Sulla
scrivania del pm sono già finiti diversi faldoni preparati dai carabinieri del
Noe, il Nucleo operativo ecologico. Il reato ipotizzato è inquinamento
ambientale.
Stando a indiscrezioni a far
ammalare il Trigno al punto da portare al declassamento dell’acqua non è stata
una sola causa ma un coacervo di cause, non ultimo il malfunzionamento o
l’inesistenza in alcuni tratti di adeguati depuratori. Particolare ora
confermato dalla Forestale. E sul funzionamento dei depuratori è intervenuto
più volte anche Augusto De Sanctis, già responsabile regionale del Wwf e ora
dell’associazione Movimento delle acque.
L’indagine della Procura, seguita con attenzione già dall’ex procuratore capo, Francesco Prete, riguarda la traversa di Pietra Fracida ma anche le aree a monte e a valle, un percorso di 80 chilometri. L’inchiesta procede nel massimo riserbo. Gli investigatori stanno valutando ogni ipotesi. Il risultato delle analisi e delle indagini dell’autorità marittima è un tassello prezioso. Il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, ha chiesto di essere informato sullo stato di salute del fiume. Il rappresentante del governo, come promesso più volte al sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, ha ordinato il potenziamento dei controlli dell’acqua che scorre nella vallata di Lentella e il monitoraggio delle discariche. Gli ultimi prelievi del Sian confermano che la “guarigione” del fiume è in corso, ma la convalescenza appare lunga. (p.c.)
Niente acqua per uso potabile: fascicolo in Procura anche dall’Ufficio circondariale

L’indagine della Procura, seguita con attenzione già dall’ex procuratore capo, Francesco Prete, riguarda la traversa di Pietra Fracida ma anche le aree a monte e a valle, un percorso di 80 chilometri. L’inchiesta procede nel massimo riserbo. Gli investigatori stanno valutando ogni ipotesi. Il risultato delle analisi e delle indagini dell’autorità marittima è un tassello prezioso. Il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, ha chiesto di essere informato sullo stato di salute del fiume. Il rappresentante del governo, come promesso più volte al sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, ha ordinato il potenziamento dei controlli dell’acqua che scorre nella vallata di Lentella e il monitoraggio delle discariche. Gli ultimi prelievi del Sian confermano che la “guarigione” del fiume è in corso, ma la convalescenza appare lunga. (p.c.)
FIUME TRIGNO INQUINATO
Inquinamento
Trigno, «A Fresagrandinaria vere e proprie fogne a cielo aperto»
L'operazione della Forestale su tutto il
Vastese

È quanto scoperto dagli uomini della Forestale nell'operazione denominata Alfeo.
Questo il resoconto
dettagliato dello stesso Corpo Forestale.
Operazione Alfeo, questo il
nome dato alle attività condotte dal Corpo Forestale dello Stato tese
all’accertamento delle cause del forte inquinamento del Fiume Trigno
Chieti, 21 novembre 2014.
Nella mitologia greca il Fiume Alfeo, deviato da Ercole in una delle sue 12
fatiche, ripulisce le stalle di Augias; nella triste realtà abruzzese e
molisana il fiume Trigno riceve le acque di scarico dei vicini paesi e delle
attività produttive. Sono ancora in corso le
attività di capillare controllo, poste in essere nel corso dell'ultimo anno da
parte del Corpo Forestale dello Stato, sulla condizione delle acque del fiume
Trigno, in seguito a ripetute segnalazioni che ne denunciavano uno stato di
grave inquinamento.
34 gli scarichi controllati,
di cui 4 comunali, due scarichi a cielo aperto e 28 aziendali; 18 gli illeciti
amministrativi accertati (per scarichi non autorizzati, scarichi fuori tabella,
derivazioni e scavo pozzi abusivi); 8 le comunicazioni di notizia di reato
inoltrate alla Procura della Repubblica di Vasto a carico dell’Ente gestore
degli impianti (per scarichi su suolo, scarichi di acque industriali non
autorizzati, danneggiamento aggravato di acque pubbliche, getto pericoloso di
cose, danneggiamento beni paesaggistici, stoccaggio abusivo di fanghi settici e
stoccaggio abusivo di rifiuti liquidi). Questi i numeri dei controlli posti in
essere dagli uomini del Comando Stazione Forestale di Gissi nei Comuni di Dogliola,
Fresagrandinaria, Palmoli e Tufillo.
La mera lettura dei dati,
tuttavia, non racconta la condizione di degrado degli impianti di trattamento
delle acque di scarico che si riversano nel Trigno e sui suoli circostanti. Molte
aziende private scaricano acque reflue domestiche e in due casi acque reflue
industriali, in assenza della necessaria autorizzazione.
Soprattutto, allarmante appare
lo stato degli scarichi comunali, sia da un punto di vista amministrativo,
posto che la maggior parte delle autorizzazioni allo scarico, rilasciate dalla
Provincia di Chieti, sono scadute, sia quanto al funzionamento degli impianti
di depurazione: le analisi dei campionamenti delle acque di scarico posti in
essere dai tecnici dell'ARTA di Vasto-San Salvo, infatti, hanno evidenziato il
superamento dei limiti tabellari previsti dal Codice sull’ambiente, sia per i
parametri biologici, sia chimico fisici.
Situazione singolare quella
del Comune di Fresagrandinaria, in cui non risulta censito alcun impianto di
depurazione: dai controlli effettuati sul posto dalla Forestale, i due scarichi
in cui confluiscono le acque reflue dell'agglomerato urbano, in località Pozzi
e La Morgia, risultano vere e proprie fogne a cielo aperto. Nella zona
industriale di Fresagrandinaria, invece, l'impianto di depurazione c'è, sin
dalla fine degli anni '90, ma non è mai entrato in funzione: le acque reflue
urbane della zona convogliano in due vasche di sollevamento, ove vengono
lasciate a ristagnare.
Il Corpo Forestale ha
segnalato quanto accertato alla Prefettura UTG di Chieti ed a tutti gli Enti
pubblici interessati, come i Sindaci dei Comuni controllati, la Provincia di
Chieti e la ASL. È necessario, infatti, per conseguire risultati efficaci e
duraturi a tutela dell'ambiente, dare un seguito alle denunce ed alle sanzioni:
ciascuno secondo le proprie responsabilità e competenze deve porre in essere
ogni iniziativa volta alla realizzazione ed al buon funzionamento degli
impianti di trattamento e depurazione delle acque, pubblici e privati, non
soltanto a beneficio della salute delle acque del Trigno, ma anche quale
importante segno di civiltà, perché il rispetto delle norme in materia
ambientale costituisca la regola e non la scelta eccezionale di pochi virtuosi.
DISASTRO AMBIENTALE
Distrutto
tratto del bosco sul fiume Osento
CASALBORDINO
21.11.2014 – "Nei pressi del ponte della SS16 Adriatica sul fiume Osento
-si legge in una nota del Wwf Chieti- si assiste in questi giorni ad una scena
impressionante: la folta vegetazione che lambiva il corso d’acqua è
completamente scomparsa: l’azione di mezzi meccanici e motoseghe hanno
trasformato il fiume, fino alla sua foce, in uno squallido canale privo di ogni
forma di vita animale e vegetale.
Alberi, arbusti,
principalmente esemplari di Salice bianco e Pioppo nero, più a monte sottoposti
a tutela europea dal Sito di Interesse Comunitario IT7140111 “Boschi Ripariali
sul Fiume Osento” ma qui invece rasi al suolo.
E’ accaduto che la
Direzione Lavori Pubblici della Regione Abruzzo ha autorizzato, come indicato
dal cartello sulla SS16, lavori “di sistemazione spondale ed adeguamento di
quelle esistenti e risagomatura dell’alveo con riapertura delle sezioni
idrauliche”".

"Le acque del fiume
Osento - continua il dott. Sante Cericola, esperto WWF di gestione degli
ecosistemi fluviali- sono classificate di qualità “scadente” secondo i dati
ARTA 2011. Con questi lavori di asportazione totale della vegetazione riparia,
la capacità auto-depurativa del fiume sembra essere stata pesantemente
compromessa. Sono decenni che nelle università si spiega quanto interventi di
questo tipo siano dannosi, ma purtroppo si persevera con questi sistemi
meramente idraulici tardo ottocenteschi".
Con i 500 milioni di euro
utilizzati per ridurre l’Osento in un pericoloso canale d’acqua si sarebbe
potuto intervenire restituendo al fiume le sue golene e gli spazi inondabili
per ridurre il rischio di creare un’autostrada d’acqua, come invece è stato
fatto. Inoltre si sarebbe potuto consolidare gli ambiti in erosione spondale
con l’ingegneria naturalistica e diversificando morfologicamente l'alveo,
invece che banalizzarlo, il tutto con la finalità di potenziare la capacità
naturale di auto depurazione. Tutto questo avrebbe contribuito anche per il
fiume Osento, ad una graduale, seppur lenta, riqualificazione verso l’obiettivo
di buono stato di qualità imposto dalla Direttiva Acque dell’ Unione Europea”.
Il WWF ha presentato una
denuncia all’Autorità Giudiziaria sperando di interrompere la scomparsa degli
ambienti fluviali.
AMBIENTE....
Discarica abusiva, avviate le procedure
di legge

In particolare il sopralluogo
è avvenuto in maniera congiunta con un funzionario dello Iesp della Asl
Lanciano-Vasto-Chieti con il quale è stato concordato la messa in sicurezza del
sito abusivo e tutte le pratiche per il ripristino dell’area. Ora si è in
attesa dei preventivi per le operazioni richieste dalla legge per lo
smaltimento presso aziende autorizzate. Per la precisazione sono state
contattate tre ditte locali per stabilire la migliore offerta, per quanto
previsto dalla legge.
Intanto lo scorso 17 novembre
l’Ufficio Ambiente ha inviato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale
di Vasto la comunicazione di denuncia di reato contro ignoti per abbandono di
rifiuti pericolosi e attivazione discarica non autorizzata.
giovedì 20 novembre 2014
AMBIENTE
Piccole Sentinelle dell’Emergenza
Anche per l’anno scolastico 2014-2015 verranno effettuati corsi nelle scuole primarie
da parte dei volontari del Circolo "Zona di Jesi"
L’obbiettivo è quello di far conoscere agli studenti come prevenire i pericoli esistenti quando ci si reca negli ambienti acquatici, in particolare nelle prime giornate di accesso al mare; pericoli determinati dal sole, dalle onde, dai tuffi, ecc. e quando e come si attiva il soccorso di emergenza 118 in caso di pericolo.Gli incontri termineranno con la proiezione di un documentario che porta alla scoperta della vita presente all’interno delle acque quando queste sono pulite, non inquinate, e quindi l’importanza della tutela degli ambienti acquatici (fiumi – laghi – mare) per permettere alla fauna ittica di poter continuare a vivere, nel loro ecosistema; salvaguardia e tutela della acque svolta dalle forze dell’ordine, dagli enti locali e dalle associazioni di volontariato che, come l’ARCI PESCA FISA, con le proprie Guardie Ittiche - Ambientali Volontarie, vigilano affinché le acque non vengano contaminate da materiali inquinanti.
mercoledì 19 novembre 2014
ABUSIVISMO AMBIENTALE
SEQUESTRATO LAGHETTO DI PESCA SPORTIVA PER LAVORI ABUSIVI
L'area è inserita in un Sito di
importanza comunitaria tutelato da norme dell'Unione Europea
Comando
Provinciale Torino
Torino,
11 novembre 2014 - Il Personale del Corpo Forestale dello Stato - Sezione di
Polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Torino e il Personale
di Vigilanza dei Parchi Regionali hanno denunciato 4 persone per lavori abusivi
in un'area tutelata come Sito di Importanza Comunitaria da norme dell'Unione Europea.
L'intervento irregolare è consistito in un rimodellamento della sponda di un laghetto di pesca sportiva in assenza di autorizzazioni con taglio ed estirpazioni di alberi di frassino e ontano.
L'intera area è quindi stata sequestrata per ordine dell'Autorità giudiziaria.
L'intervento irregolare è consistito in un rimodellamento della sponda di un laghetto di pesca sportiva in assenza di autorizzazioni con taglio ed estirpazioni di alberi di frassino e ontano.
L'intera area è quindi stata sequestrata per ordine dell'Autorità giudiziaria.
DISASTRO AMBIENTALE
SCOPERTO SVERSAMENTO DI ACQUE DI LAVAGGIO INERTI NEL FIUME NETO
Gli agenti del Corpo forestale dello
Stato hanno denunciato il presunto responsabileComando Provinciale Crotone


I Forestali durante i servizi di controllo del territorio hanno osservato lungo l'argine del fiume Neto che le acque avevano assunto una colorazione bruna anomala. Percorrendo attentamente la sponda si sono accorti che l'acqua torbida proveniva da un fosso posto sul versante di Rocca di Neto. Setacciando la loc. Timpata gli agenti hanno constatato che lo sversamento proveniva da un impianto di lavorazione inerti. Le acque non erano sottoposte al processo di decantazione e sedimentazione. Gli accertamenti successivamente svolti, inoltre, hanno evidenziato che lo scarico non era autorizzato dall'amministrazione provinciale. I forestali, pertanto, hanno segnalato il responsabile dell'impianto, BA un giovane di 25 anni di Rocca di Neto, alla Procura della Repubblica per scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazione. L'imprenditore, peraltro, con la sua condotta irrispettosa dell'ambiente, ha integrato violazioni della normativa paesaggistica e ha danneggiato lo stato delle acque. La torbidità prodotta dallo scarico, infatti, altera l'equilibrio biologico delle acque con riflessi negativi sulla flora e la fauna ittica. Si evidenzia, inoltre, che l'area rientra nella Zona di protezione speciale (ZPS) Alto Marchesato e fiume Neto tutelata dalla legge quadro sulle aree protette. L'intervento dei forestali ha interrotto una condotta illegale, con riflessi sulla conservazione dell'ambiente fluviale caratterizzato da complessi equilibri, spesso sottovalutati. Controlli ulteriori saranno svolti nei prossimi giorni. Per aiutare il Corpo forestale a contrastare il degrado ambientale si invita la cittadinanza a segnalare compiutamente presunti abusi.
AMBIENTE
FURTO DI MATERIALE INERTE NEL DEMANIO. QUATTRO
DENUNCE NEL COSENTINO
POSTO SOTTO SEQUESTRO UN CANTIERE E UN
PIAZZALE REALIZZATO ABUSIVAMENTE
Comando Provinciale Cosenza 
mercoledì 5 novembre 2014
PROVINCIA DI CHIETI
ENNESIMA RICHIESTA DI INCONTRO URGENTE IN MATERIA DI PESCA SPORTIVA PRESSO LA PROVINCIA DI CHIETI.

Si è fatto presente, che a fronte di una stagione 2014 "DISASTRO", la peggiore che i pescatori sportivi ricordino a memoria, è importante programmare sin da subito tutta la prossima attività alieutica, quale: ripopolamento trote, ripopolamento luccio nei soli bacini di Bomba e Casoli, tabellazione dei corsi d'acqua, potenziamento dei campi di gara, istituzione tratti no-kill, tutela delle sorgenti "cat.A" con l'obbligo della pesca con ardiglione schiacciato e rilascio immediato del pescato, pesca notturna.
Nel frattempo, si è intervento anche presso la Regione Abruzzo, interessando direttamente l'Assessore dott. Dino Pepe, affinché solleciti la ripresa dei lavori per una modifica sostanziale della Legge Regionale n°44/1985.
Invito, chiunque a prestare attenzione e riflettere su quanto sopra menzionato, con delle proprie proposte o idee alternative, da fare recapitare a questo Comitato Provinciale.
Il Presidente
G. Zappetti
AMBIENTE
SCOPERTA UNA DISCARICA ABUSIVA NEL CROTONESE
Denunciato il presunto responsabile, numerose le irregolarità ambientali riscontrate
Comando Provinciale Crotone
Crotone, 31 ottobre 2014. Gli
agenti del Corpo forestale dello Stato hanno scoperto una cava abusiva e altri
illeciti ambientali a Rocca di Neto (CR). Il
presunto responsabile, nei giorni appena scorsi, è stato individuato e
segnalato all'autorità giudiziaria.
I Forestali nel corso di un'attività di controllo del territorio disposta dal Comando provinciale Crotone per contrastare l'escavazione illegale di materiale litoide hanno scoperto, nei giorni appena scorsi, nella loc. Cupone del comune di Rocca di Neto una cava abusiva. L'escavazione interessava un'area di circa 1000 m2 all'interno di uno scolo naturale delle acque. In seguito ad indagini gli agenti del Corpo forestale sono risaliti al presunto responsabile, AC un operaio cinquantacinquenne di Rocca di Neto. Le sue argomentazioni volte a spiegare la regolarità dell'intervento, infatti, sono subito apparse contraddittorie.
L'area risulta di proprietà del comune di Rocca di Neto. I forestali hanno constatato che era stata distrutta la macchia mediterranea, costituente bosco, già esistente nel sito.
Sono state integrate una serie di illegalità che comprendono l'esercizio abusivo di cava e quindi il furto essendo la proprietà comunale, l'invasione di terreno, la violazione delle norme edilizie e paesaggistiche, insieme ad altri reati. È stato realizzato, senza alcun titolo abilitativo, un capannone avente una pianta di 74 m x 6 m. L'area, peraltro, rientra nella perimetrazione della zona di protezione speciale (ZPS) Alto Marchesato e fiume Neto, equiparata ad area protetta. È inverosimile che tutte tali attività siano stati poste in essere da un solo individuo, per cui continuano le indagini volte a far emergere ulteriori responsabilità. Più che l'intraprendenza o la tracotanza del presunto responsabile colpisce che nessuna persona abbia segnalato al comune o anche alle Forze di polizia l'esistenza di abusi. Fra l'altro sono state interessate dagli scavi illegali alcune pendici mettendo a rischio la stabilità delle stesse. L'attività svolta dai forestali ha consentito di porre freno ad un'attività illecita molto diffusa nel territorio, con riflessi negativi sull'assetto idrogeologico. Sono in corso indagini ulteriori volte a far emergere altre illegalità.
Denunciato il presunto responsabile, numerose le irregolarità ambientali riscontrate
Comando Provinciale Crotone

I Forestali nel corso di un'attività di controllo del territorio disposta dal Comando provinciale Crotone per contrastare l'escavazione illegale di materiale litoide hanno scoperto, nei giorni appena scorsi, nella loc. Cupone del comune di Rocca di Neto una cava abusiva. L'escavazione interessava un'area di circa 1000 m2 all'interno di uno scolo naturale delle acque. In seguito ad indagini gli agenti del Corpo forestale sono risaliti al presunto responsabile, AC un operaio cinquantacinquenne di Rocca di Neto. Le sue argomentazioni volte a spiegare la regolarità dell'intervento, infatti, sono subito apparse contraddittorie.
L'area risulta di proprietà del comune di Rocca di Neto. I forestali hanno constatato che era stata distrutta la macchia mediterranea, costituente bosco, già esistente nel sito.
Sono state integrate una serie di illegalità che comprendono l'esercizio abusivo di cava e quindi il furto essendo la proprietà comunale, l'invasione di terreno, la violazione delle norme edilizie e paesaggistiche, insieme ad altri reati. È stato realizzato, senza alcun titolo abilitativo, un capannone avente una pianta di 74 m x 6 m. L'area, peraltro, rientra nella perimetrazione della zona di protezione speciale (ZPS) Alto Marchesato e fiume Neto, equiparata ad area protetta. È inverosimile che tutte tali attività siano stati poste in essere da un solo individuo, per cui continuano le indagini volte a far emergere ulteriori responsabilità. Più che l'intraprendenza o la tracotanza del presunto responsabile colpisce che nessuna persona abbia segnalato al comune o anche alle Forze di polizia l'esistenza di abusi. Fra l'altro sono state interessate dagli scavi illegali alcune pendici mettendo a rischio la stabilità delle stesse. L'attività svolta dai forestali ha consentito di porre freno ad un'attività illecita molto diffusa nel territorio, con riflessi negativi sull'assetto idrogeologico. Sono in corso indagini ulteriori volte a far emergere altre illegalità.
AMBIENTE
LA FORESTALE ACCERTA LO SMALTIMENTO ABUSIVO DI RIFIUTI SPECIALI NEL PARCO
NAZIONALE DEL CILENTO VALLO DI DIANO E ALBURNI.
Il bliz ha portato al sequestro di
un'area di circa 200 mq nel comune di Postiglione(SA)- Individuato e denunciato
l'autore
Coordinamento Territoriale per
l'Ambiente di Vallo della Lucania (SA).

martedì 28 ottobre 2014
INQUINAMENTO FIUME VOLTURNO
Arrestato
Giuseppe Gravante, il patron di Foreste Molisane
E' accusato di sversamento illecito di
rifiuti ed estorsione
A denunciare Gravante è stato
un ex dipendente “pentito” per aver assecondato il suo capo.
In un primo momento il Corpo forestale aveva attribuito a Gravante anche il marchio Latte Matese, marchio che però ha ceduto nel 1984, dunque prima dell’inizio dei presunti illeciti. A renderlo noto è il procuratore aggiunto di S. Maria Capua Vetere Raffaella Capasso. Gravante da oltre 40 anni è impegnato nel settore zootecnico ed è proprietario di vari allevamenti e di un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica dove fino al novembre scorso avveniva l’imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio Foreste Molisane.
In un primo momento il Corpo forestale aveva attribuito a Gravante anche il marchio Latte Matese, marchio che però ha ceduto nel 1984, dunque prima dell’inizio dei presunti illeciti. A renderlo noto è il procuratore aggiunto di S. Maria Capua Vetere Raffaella Capasso. Gravante da oltre 40 anni è impegnato nel settore zootecnico ed è proprietario di vari allevamenti e di un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica dove fino al novembre scorso avveniva l’imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio Foreste Molisane.
Secondo le indagini, dal 1994
a qualche mese fa Gravante avrebbe costretto i lavoratori a sversare nel
Volturno gli escrementi provenienti dal suo allevamento bovino, quasi 3500
capi, che ogni giorno hanno prodotto un inquinamento del fiume pari a quello di
una città di 24 mila persone ma anche i reflui delle sale di mungitura e le
acque di lavaggio delle stalle contaminate da detergenti ed acidi fortemente
tossici mediante un sistema di pompe idrauliche e canalizzazioni. Gli
sversamenti avvenivano di sera e di notte per eludere i controlli o nei giorni
di pioggia cosicché fosse poco visibile cosa venisse introdotto nel fiume. E
secondo la denuncia del dipendente 'pentito' pare che il latte scaduto venisse
mischiato a quello in lavorazione e quindi messo in commercio in danno ai
consumatori.
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