AMBIENTE: CORPO FORESTALE, SEQUESTRO PREVENTIVO DI 16 IMPIANTI DI DEPURAZIONE IN IRPINIA
L'inefficienza dei sistemi di depurazione avrebbe provocato l'inquinamento delle acque di due fiumi. 29 sono le persone finite nel registro degli indagati.
La Forestale ha posto sotto sequestro preventivo 16 impianti di depurazione in provincia di Avellino. Sono 29 le persone indagate tra Sindaci, responsabili degli Uffici Tecnici e Amministratori delle società che gestiscono i depuratori.
Il sequestro è stato effettuato in seguito al monitoraggio capillare dei bacini idrografici della zona e la relativa verifica della funzionalità degli impianti di depurazione presenti sul territorio di competenza della Procura della Repubblica di Avellino.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, sono state condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del capoluogo irpino, dai Comandi Stazione della zona e dai Forestali in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, con il supporto della Guardia Costiera.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, sono state condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del capoluogo irpino, dai Comandi Stazione della zona e dai Forestali in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, con il supporto della Guardia Costiera.
Ad emergere sarebbe l'inquinamento dei fiumi Calore e Sabato, provocato dall'inefficienza degli impianti di depurazione e, in alcuni casi si sarebbe riscontrata l'illecita gestione delle acque reflue, con sversamento diretto senza alcuna attività di trattamento depurativo. Le violazioni riscontrate dalla Forestale riguardano i limiti tabellari previsti dal Testo Unico Ambientale, relativi alla concentrazione di batteri Escherichia coli, di azoto ammoniacale, di solidi sospesi e di tensioattivi totali.
Nella fase iniziale delle indagini sono stati utilizzati dalla Guardia Costiera strumenti investigativi sofisticati come il drone, un aeromobile computerizzato e comandato a distanza per il monitoraggio delle zone più inaccessibili dei corsi d'acqua, e un apparecchio rilevatore dello spettro termico subacqueo dei fiumi, in grado di accertare la presenza di eventuali scarichi occultati.
In seguito la Forestale ha applicato sul territorio tecniche fondamentali come l'esame chimico delle acque e il sopralluogo dei siti per constatare le caratteristiche organolettiche delle acque stesse, risultate torbide e maleodoranti, con presenza di solidi sospesi e agenti inquinanti superiori ai parametri di legge, e il monitoraggio di estesi tratti di vegetazione fluviale di entrambi i fiumi.
Il risultato investigativo che ha portato al sequestro preventivo dei 16 depuratori prevede quindi che i Comuni e gli Enti di gestione ottemperino all'obbligo di ripristino della funzionalità degli impianti al fine di assicurare il rispetto di tutti i limiti tabellari previsti dalla legge per gli elementi presenti nelle acque superficiali.
Le indagini sono tuttora in corso e il personale del Corpo forestale verificherà la compiuta osservanza di quanto imposto dal decreto di sequestro, al fine di garantire il ripristino dello stato dei corsi fluviali, patrimonio inestimabile della collettività locale.
Le indagini sono tuttora in corso e il personale del Corpo forestale verificherà la compiuta osservanza di quanto imposto dal decreto di sequestro, al fine di garantire il ripristino dello stato dei corsi fluviali, patrimonio inestimabile della collettività locale.
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